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scritture becche

RECENSIONI

fraternità è la speranza

Fraternità, perché? edito dalla casa editrice Ave, prosegue puntuale in un susseguirsi di riflessioni su cosa significhi fraternità e con quali modalità sia possibile "praticarla". 

Con cenni storici e riferimenti autobiografici, il reduce della Resistenza francese Edgar Morin ci accompagna attraverso alcuni interrogativi e alcune proposte di lettura del nostro tempo. 

Poiché occorre analizzare il tempo in cui viviamo, fermo ad un individualismo sempre più estremo che aumenta l'autonomia e l'indipendenza ma accresce allo stesso modo la competizione, la concorrenza e l'egoismo, per comprendere quanto sia necessario un ritorno ad una società solidale e cooperante - fraterna, nel suo significato da riscoprire.

Per accogliere l'altro - il fratello, l'amico, il compagno, lo straniero - ciascuno dovrebbe ambire a conoscere se stesso, dovrebbe scegliere di "resistere alla crudeltà del mondo", senza piegarsi ad essa o a diventarle complice. Questo atto di resistenza è un'azione attiva, è una pratica: la fraternità è una scelta che trasforma il nostro sguardo e le nostre motivazioni. 

Il Papa ha dedicato la sua ultima enciclica al concetto di fraternità come grande assente nel nostro vivere quotidiano. Fratello, infatti, non è solo chi ci assomiglia. Fratello è chi trova il coraggio di farsi prossimo e farsi vicino.

 

Come scrive Maria Zambrano in Chiari del bosco, "la vita in fondo non è fatta di parti, ma di luoghi e di volti". Questi luoghi e questi volti sono ciò che pulsa nelle nostre relazioni - siano rapporti di lavoro, di quartiere, di residenza, d'amicizia, di viaggio. 

La società “occidentale” considera l’amicizia una “non istituzione” - a differenza di un matrimonio o un grado di parentela, come riporta Franco La Cecla nel suo saggio Essere amici. Questo rende un'amicizia colma della sua stessa fragilità, talvolta della sua provvisorietà, ma allo stesso tempo è proprio ciò che ne determina la reale espressione: un legame libero tra due persone.

 

Inoltre, citando di nuovo Morin, ci troviamo in un momento di passaggio. I dogmi della casa e della famiglia stanno perdendo colore, stanno mutando di senso per le generazioni dei neo trentenni; lo stesso significato di famiglia ha preso un corso differente rispetto a quanto impartito dallo Stato e dalla Chiesa sino alla seconda metà del Novecento: famiglia, sempre più spesso, sono amici coinquilini, amici con cui si sogna - tra un lavoro e l'altro, amici con cui si progettano "oasi di comunità", ovvero fraternità scelte che si organizzano per resistere insieme immaginando un cambiamento "alla crudeltà del mondo".

La famiglia è ormai un nucleo allargato - non lo stesso sangue, né le medesime radici determinano cosa oggi significhi famiglia. Fosse per dieci anni o fosse per tutta la vita, sono le relazioni fraterne e comunitarie a fondare le basi di un processo speranza in grado di costruire soluzioni possibili nel prossimo futuro.

 

Brododibecchi coglie al volo questo libro perché crede nella voce del suo scrittore. Ci siamo lasciati trasportare, capitolo dopo capitolo, fino alla certezza di un'altra via possibile, ancora da fondare e da scoprire. Brododibecchi è amicizia, ci troviamo a dire spesso. Nell'amicizia talvolta trova posto la fraternità comunitaria, extra familiare, di chi possiede medesimi intenti. 

Noi ci siamo promessi fraternità, la sappiamo cosa rara ma non cosa unica, ed è per questo che abbiamo deciso di raccontarla agli altri, di esercitarla ben visibile nelle nostre forme.

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